La giornata mondiale Vista, la prevenzione fa vivere e vedere meglio

IRENE PANIGHETTI Prevenire aiuta a vedere meglio Oggi giornata della vista In occasione della giornata mondiale della vista di oggi, quest'anno a Brescia l'attenzione è tenuta alta solo dalla sezione locale dell'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, poiché non ci sono in calendario open day o iniziative analoghe proposte da strutture sanitarie, come è successo invece per la settimana della prevenzione cardiologica per fare solo un esempio molto recente. Uici, in collaborazione con Iapb (agenzia internazionale per la prevenzione della cecità), quindi propone un approfondimento scientifico con la dottoressa Enrica Zinzini, responsabile del centro ipovisione dell'Asst degli Spedali Civili di Brescia. «Fare prevenzioni significa cogliere per tempo lo stato di malattia che si sta evolvendo - precisa Zinzini - in tre modalità: primaria: ovvero quella che riguarda le informazioni e la sensibilizzazione, secondaria, cioè con una persona potenzialmente a rischio e lo strumento cardine per questa fase è rappresentato dagli screening, terziaria, che si rivolge alle conseguenze della malattia e mira al contenimento dei danni che questa porta con sé. Perché una disabilità visiva ha risvolti anche psico-sociali sulla persona e su chi le sta intorno: entrambi i soggetti vanno educati ad una vita adeguata, in modo da stimolare l'integrazione e l'autonomia». Purtroppo, come dimostra anche la scarsa promozione della giornata del 12 ottobre nel bresciano, l'attenzione alla prevenzione «non è molto alta - osserva la dottoressa - vedere sembra essere un diritto precostituito e immutabile ma non è così: certe patologie sono insidiose, silenti, a sviluppo lento, quindi la prevenzione è fondamentale. La Società Oftalmologica Italiana ha dato alcune indicazioni, tra cui spicca quella di effettuare la prima visita a due mesi dalla nascita, anche perché i bambini sono molto più capaci degli adulti di sviluppare capacità compensatorie, perché si attaccano con molta forza al residuo visivo».La prevenzionePer fare prevenzione e cura al meglio c'è bisogno però di un accesso alle visite con il sistema sanitario che funzioni, e non che abbia, come invece accade, tempi di attesa insostenibili. Questo uno dei problemi principali. Poi c'è bisogno di una rete tra professionisti del settore, in particolare tra oculisti, ottici e dagli optometristi: «Un medico può trovare eventuali patologie silenti, individuare i fattori di rischio e dare indicazioni sia sui comportamenti sia sul follow up», conclude Zinzini.
Torna indietro